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    La tradizione manifatturiera tessile

    da Orenburg all’Uzbekistan

    Siamo in Uzbekistan uno stato dell’Asia centrale etnicamente e culturalmente ricco, che solo nel 1991 si divide dall’ex Unione Sovietica e diventa ufficialmente Repubblica dell’Uzbekistan.
    Proprio a seguito della sua appartenenza all’URSS, con essa condivide ancora oggi gran parte del patrimonio culturale e della tradizione manifatturiera. Parte di questo patrimonio comprende la realizzazione di straordinarie opere artigianali realizzate con l’utilizzo di quella che è considerata la lana più sottile al mondo, ricavata dal pelo di una razza di capre che troviamo proprio nelle steppe degli Urali, attraverso l’uso della forcella e l’uncinetto, realizzando prodotti tradizionali ibridi e di grande effetto.

    La lavorazione di uno scialle è lunga e laboriosa e inizia con la raccolta della lana sufficiente a creare il singolo pezzo d’artigianato; anche il periodo di raccolta è essenziale dato che la migliore tipologia di filato è quella proveniente dalla tosatura primaverile, nella quale la lana è particolarmente ricca e morbida. A seguito della raccolta della materia prima, l’artigiana effettua il lavaggio della lana e la sua successiva asciugatura, processo che impiega all’incirca 12 ore, a seguito di questa operazione la lanugine subisce la prima cardatura che occupa almeno 20 ore di lavoro, al seguito della quale avviene la seconda cardatura che impiega 10 ore di manodopera.

    Finita la cardatura la lana viene filata torcendola con l’aggiunta di un filo di seta, anche in questo caso l’intera operazione richiede all’incirca 20 ore di lavorazione. A questo punto segue una seconda torcitura del filo di circa 6-8 ore che è il segreto della resistenza e durevolezza caratteristica di questi sciacalli. Infine, il filo va arrotolato in un rocchetto da 200-250 gr che corrisponde alla quantità sufficiente per uno scialle.

    Al termine della filatura avviene l’ultima lavorazione di questo incredibile prodotto, quella con i ferri. L’artigiana con l’aiuto di due ferri tradizionali (nella tradizione russa) o attraverso forcella o uncinetto (nella tradizione uzbeka) inizia a sviluppare la trama dello scialle che inizia dalla parte centrale e prosegue con orlature separate che verranno collegate allo scialle solo in un secondo momento, terminando così l’opera in almeno 100 ore. Quindi per un solo esemplare una magliaia esperta
    impiega non meno venti giorni di lavoro.

    Le magliaie nel corso dei secoli hanno tramandato le tecniche di lavorazione di madre in figlia, e tale tradizione ha portato al riconoscimento di più di 100 variazioni, che rendevano i lavorati talmente preziosi da essere tramandati come un vero cimelio e patrimonio di famiglia; inoltre, nel tempo, a seguito di studi effettuati sul tessuto, sono state provate le proprietà curative dei filati in pelo di capra.
    I pezzi unici creati dalle sapienti mani delle artigiane sono capolavori d’artigianato creati con grande maestria, vere e proprie opere d’arte, calde e resistenti, tramandate da secoli di tradizione e mani esperte. Il lavoro di Alessandra, in contatto con le artigiane uzbeke, inizia con la scelta della materia prima ovvero il filato, rigorosamente proveniente dagli Urali, e delle colorazioni di questo, al fine di sviluppare pezzi d’artigianato unici nel loro genere, ibridi tra le culture italiana e uzbeka che mantengono vivo il lascito antico di questo popolo.

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